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Svapare fa male alla funzionalità polmonare

Qualche anno fa scrissi questo articolo (riproposto in calce alla presente premessa) sui rischi della moda "vaping" in quanto non associati a riduzione della dipendenza da nicotina (per quello bisogna volere smettere) e al rischio di creare nuovi fumatori veri tra i giovani che, per moda o emulazione, decidessero di svapare senza avere mai fumato prima.

Uno studio pubblicato recentemente (novembre 2022) sul PLOS ONE riporta gli effetti negativi sulla funzionalità polmonare tra chi abusa del vaping. Per i dettagli vi rimando all'articolo "E-cigarette aerosol exposure of pulmonary surfactant impairs its surface tension reducing function"(Emma Graham et al, Nov 2022)



***

Svapare fa male ... nonostante qualcuno affermasse il contrario
L'allarme lanciato dalla università di Yale trova conferma nel comunicato del CDC
Sigarette elettroniche in vari formati (credit: CDC via wikipedia)


C'era una volta un medico brillante tramutatosi in persona che faceva discorsi degne dei minus cogitantes. Una metamorfosi vista in Umberto Veronesi.
Il problema si palesò quando si convinse sempre più di dovere rivestire il ruolo mediatico di scienziato (che non era)  invece che di medico brillante (che era).
Cominciò con uscite sulla genetica e in particolare sulla genetica del sesso (mentre solonizzava su temi importanti, e biologici, come l'identità sessuale, ma con l'ottica del politicamente corretto) affermando che l'evoluzione avrebbe fatto scomparire i sessi e/o la necessità del maschio. 
Confusione massima perché un conto è l'evoluzione biologica dove la riproduzione sessuata (quindi la differenza tra i sessi) è stato un passaggio evolutivo chiave che ha massimizzato la probabilità di generare progenie "adatta" al cambiamento ambientale, cosa che la semplice partenogenesi, gemmazione, divisione binaria, riproduzione mediante talea (etc etc) permette su tempi molto più lunghi. Tutt'altro discorso è il volere pensare l'evoluzione umana prossima ventura come qualcosa di abiologico, un futuro fatto di fecondazioni in vitro ed editing genetico, svincolato dal genere e da concetti base come fitness genetica. Per arrivare magari all'Homo cyberneticus intento a vivere nel cloud una vita sognata e depositata su qualche server.
Ma di uscite ne fece altre, pur tralasciando il suo permissivismo "teorico" nei confronti di quell'abominio scientifico (e soprattutto etico nei confronti dei pazienti) che fu il metodo Stamina. Ci interessa qui la sua presa di posizione nei confronti delle sigarette elettroniche che venivano "assolte e difese" (vedi l'intervista sul giornale amico --> repubblica/salute/2014/08/30) . 

C'era una volta anche un vero scienziato, esternante solo per tamponare le bestialità "pseudo-scientifiche" diffuse dai media, di nome Silvio Garattini che (insieme ad altri) mise in guardia sull'errore di liberalizzare la sigaretta elettronica, nel momento in cui assurgeva a fenomeno di moda, in quanto poteva fungere da cavallo di Troia per creare una nuova generazione di fumatori invece di dissuaderli.
E' chiaro che dovendo scegliere, è meglio "svapare" (assorbire nicotina e qualche aroma) invece che "rollarsi" una sigaretta (assorbire nicotina, catrame e altre amenità). Quello che Garattini diceva è che la sigaretta elettronica ha due problemi potenziali: 
  1. attenua nel fumatore la necessità di smettere spingendolo verso il mantenimento della dipendenza con surrogati meno tossici (mentre è la dipendenza da combattere); 
  2. aumenta il rischio concreto di creare nuovi dipendenti da nicotina in coloro che poco amanti dell'odore del fumo avrebbero evitato la sigaretta e che ora si ritrovano con uno svapatore "alla moda e pulito". Vero che legalmente questi prodotti non sono acquistabili dai minorenni ma sappiamo altrettanto bene, come avviene per il gioco delle scommesse, che il divieto non viene mai fatto rispettare.
Uno studio della università di Yale conferma i timori e conclude che la dipendenza da nicotina risultante dallo "svapare" è un problema molto serio tra i teenager.
"Data show clearly that young people are vaping in record numbers (...). Nicotine can spell trouble at any life stage, but it is particularly dangerous before the brain is fully developed, which happens around age 25 (...). Adolescents don’t think they will get addicted to nicotine, but when they do want to stop, they find it’s very difficult,”
Con il diffondersi della moda dello svapare, complice un marketing mirato, aumenta anche il rischio per la salute legato all'assunzione della nicotina "pulita" (priva dei prodotti cancerogeni della combustione della sigaretta).
I giovani consumatori ignorano infatti due aspetti profondamente interconnessi: l'ingrediente chiave dei vapori che inalano è la nicotina e la nicotina induce, oltre alla dipendenza, una modifica dei circuiti neuronali. Gli studi dimostrano che i giovani che usano il vapatore come primo approccio, sono più propensi a passare alle sigarette dei non fumatori che non hanno provato a svapare.
Vero che in commercio sono in vendita ricariche per vapatori senza nicotina, ma è altrettanto vero che non sono molto richiesti e del resto che vantaggio c'è a vendere un prodotto che non mantiene viva la voglia di ricomprarlo?
La nicotina può essere alla base di problemi in qualsiasi fase della vita, ma è particolarmente pericolosa prima che il cervello sia completamente sviluppato, cosa che avviene intorno ai 25 anni.
Quando gli adolescenti vogliono smettere, scoprono che è molto difficile e la ragione è biologica: il cervello dell'adolescente è più sensibile alle ricompense e il circuito neuronale che presiede alla ricerca della ricompensa è la causa principale delle diverse forme della dipendenza.
Il circuito coinvolto è il sistema mesolimbico, il cui neurotrasmettitore principale è la dopamina. Si tratta di una delle parti più antiche del cervello sviluppatosi come rinforzo positivo per i comportamenti che permettono all'organismo di sopravvivere e generare progenie. Un circuito chiave a cui, per ragioni evolutive, è particolarmente difficile resistere anche in chi (come noi umani) crede di possedere il libero arbitrio.
Quando inaliamo nicotina l'assorbimento è rapido: in soli 10 secondi raggiunge il cervello, dopo essere stata assorbita dai vasi sanguigni polmonari, dove interagisce con un particolare tipo di recettore del neurotrasmettitore acetilcolina (non a caso chiamato recettore nicotinico).
Ovviamente il sistema della ricompensa non si è evoluto con il fine di diventare bersaglio della nicotina. La nicotina è strutturalmente simile alla acetilcolina ed è stata "inventata" dalle piante come neurotossina per difendersi dagli insetti.
Una volta legatasi al recettore, parte un segnale neuronale che causa il rilascio della dopamina, neurotrasmettitore dalle molte funzioni ma che in questi circuiti crea una sensazione di benessere. Il messaggio che il cervello registra è "tutto ciò che è appena avvenuto mi fa sentire bene", da qui il rafforzamento dei comportamenti che permetteranno il ripetersi di questa esperienza. A differenza di altre sostanze psicotrope come l'alcol, la nicotina è inattivata ed eliminata molto in fretta dal corpo. La sua scomparsa è la ragione per cui i fumatori hanno il bisogno d accendersi una sigaretta dietro l'altra (o nel nostro caso, svapare in continuazione).
Recettore nicotinico, i suoi ligandi e l'effetto sulla permeabilità del sodio (credit: R. Boi)
Studi di imaging del cervello umano hanno dimostrato che i segnali ambientali, in particolare quelli associati all'uso di droghe, possono da soli modificare la concentrazione di dopamina nel cervello. Ciò significa che il solo vedere un amico con cui fumi abitualmente o entrare nel bagno scolastico (dove da che mi ricordo i ragazzi si recano per fumare) è di per sé stesso in grado di indurre la voglia di fumare/svapare.

L'esposizione alla nicotina provoca modifiche cerebrali, alcune di breve altre di lungo termine.
Nel breve termine si ha l'aumento del numero di recettori dell'acetilcolina nel cervello; più recettori vuol dire maggior desiderio di nicotina. Dopo un certo periodo di astinenza dalla nicotina, il numero di recettori cala e con esso il desiderio di fumare ... sempre che sappiate resistere agli stimoli ambientali "inconsci" di cui sopra.
Tra le modifiche a lungo termine vi sono le alterazioni che causano problemi di concentrazione, memoria e apprendimento. Studi condotti sugli animali hanno dimostrato che l'esposizione degli embrioni alla nicotina interferisce negativamente con il fenomeno del pruning sinaptico (potatura) neonatale, il processo che porta all'eliminazione delle connessioni neuronali in eccesso e che è fondamentale per l'agilità cognitiva.
Negli esseri umani ci può essere utile una analogia: uno studente seduto in un'aula rumorosa, con il traffico che passa vicino alla finestra, deve essere in grado di focalizzare la sua attenzione "spegnendo" i rumori in modo da poter capire cosa dice l'insegnante. I cervelli non esposti alla nicotina riescono a fare  questa "pulizia" inconscia molto meglio di quelli "nicotinizzati".
Voglio sottolineare ancora un concetto chiave: svapare è meglio che fumare una sigaretta ma solo se l'alternativa è il continuare a fumare sigarette.
Il vantaggio immediato è che non ci si espone alle circa 7000 sostanze chimiche prodotte dalla combustione, limitando il tutto a nicotina, aromi e altro (vedi figura). Quindi è la soluzione ideale che è giusto proporre, e incentivare, ai fumatori che non riescono o non vogliono smettere.
A mia conoscenza la FDA non ha mai certificato i vapatori come dispositivi per smettere di fumare, proprio perché il loro utilizzo non determina una minore "voglia" di nicotina.
Cosa c'è dentro l'aerosol delle sigarette elettroniche (credit: wikimedia)
Le linee d'ombra dei vapatori è che mancano studi di lungo periodo sugli effetti dell'inalazione e mancano anche certificazioni credibili sul contenuto dei liquidi. Uno dei problemi è il fai-da-te nell'assemblaggio del liquido da vapare più gradito, il che espone al rischio di errati dosaggi nella nicotina.
Altro problema riguarda un nuovo e sempre più popolare dispositivo per vapare chiamato Pod Mod. Analisi recenti di questi dispositivi stimano che la concentrazione di nicotina in essi usata è da 2 a 10 volte superiore a quella presente nei liquidi per altri vapatori. Un singolo pod contiene 0,7 ml di nicotina, pari a 20 sigarette normali.

L'allarme lanciato qualche giorno fa dal CDC nasce dalla rilevazione di 12 decessi e centinaia di eventi patologici attribuibili all'uso della sigaretta elettronica
"The latest findings from the investigation into lung injuries associated with e-cigarette use, or vaping, suggest products containing THC play a role in the outbreak".
Il problema pare legato alla composizione del liquido usato dai fruitori, in cui oltre ad un sovradosaggio è stata rilevata la presenza di THC (principio attivo della cannabis). Una delle ipotesi più accreditata è che i soggetti coinvolti abbiano usato liquidi per la vaporizzazione prodotti artigianalmente.
L'invito alla cautela è d'obbligo.

Aggiornamento. A fine 2019 il Center for Disease Control (CDC) ha acceso ufficialmente il faro delle indagini sulle sigarette elettroniche dopo aver rilevato decessi e morbilità negli utilizzatori, in numero superiore alla mera coincidenza. Colgo l'occasione per aggiornare un precedente articolo scritto mesi fa sullo stesso tema in cui sottolineavo i rischi della moda degli "svapatori" e il proliferare dei negozi dedicati.


Fonti
- Nicotine Addiction From Vaping Is a Bigger Problem Than Teens Realize
Yale Medicine / news
- Outbreak of Lung Injury Associated with E-Cigarette Use, or Vaping



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