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L'eluslivo Punto G

L'eluslivo Punto G

Nello stesso momento in cui un ricercatore afferma di averlo identificato, molti altri dubitano perfino della sua esistenza. Del resto se fosse così semplice identificare il punto G non saremmo qui a parlarne. Facciamo un passo indietro e definiamo il punto G come un'area teorica sita a pochi centimetri dalla vagina, che stimolata, senza coinvolgere il clitoride, genera un intenso orgasmo.
Come affermato da Barry Komisaruk della Rutgers University (Newark, NJ, USA) è tutto da verificare se il punto G sia una zona delimitata o una rete di sensori peri-vaginali: "sarebbe come dire che l'Empire State Building è New York".
Partendo da antichi testi indiani del XI secolo per arrivare al lavoro di Emmanuele Jannini, un ricercatore italiano della università romana di Tor Vergata, molti sono stati i tentativi di identificare questa regione. Jannini in particolare identificò a suo tempo delle differenze anatomiche, caratterizzate da un aumentato spessore tissutale, nella zona tra la vagina e l'uretra. Caratteristiche assenti nelle donne che asserivano di non provare orgasmo vaginale.
Questi risultati sono stati tuttavia messi in discussione da una meta-analisi (analisi che raccolgono in un unico studio gran parte degli studi precedenti aumentando quindi la forza dell'analisi statistica) che considerando tutti i lavori pubblicati dal 1950 ad oggi sull'argomento non è riuscita a trovare una conferma, statisticamente valida, sull'esistenza di tale struttura anatomica (vedi The Journal of Sexual Medicine, 1743-6109, 2011).
Un lavoro successivo ci aiuta a capire meglio le basi strutturali di una fisiologia ancora oggi troppo poco compresa.
© NewScientist, April 2012
 Adam Ostrzenski, direttore del Institute of Gynecology a St Petersburg (Florida, USA) affermò in seguito di avere identificato una struttura anatomica sfuggita fino ad allora a molti a causa della dimensione e posizione ben nascosta entro il tessuto vaginale (The Journal of Sexual Medicine, 2012). Si tratterebbe di una struttura in un'area prossima a quella descritta da Jannini, a circa 16 mm di distanza dall'apertura uretrale, con una angolazione di 35° rispetto ad essa e di lunghezza di circa 1 cm.
Particolarmente interessante l'osservazione circa la somiglianza con i tessuti erettili presenti nel clitoride. 
L'ovvia replica della comunità scientifica fu che senza una validazione funzionale (quindi in vivo) sarebbe stato molto difficile fare supposizioni sulla funzionalità di tali strutture. Affermazione condivisa dallo stesso Jannini il quale rimarcò che bisognerebbe anche escludere che tale struttura non fosse rappresentativa in realtà di una patologia in atto, visto che il tessuto è stato ottenuto da  una dissezione autoptica di una donna anziana.

Nel 2014 arrivò la doccia fredda in una review pubblicata su Nature Reviews Urology dove si affermava che "no single structure consistent with a distinct G-spot has been identified".

Insomma ben difficilmente si troverà un singolo "interruttore" ad indicare che le donne sono sicuramente persone più complesse (ed interessanti) di noi uomini.


 Fonti
- G-Spot Anatomy: A New Discovery
Adam Ostrzenski (2012) Journal of sex medicine, 9(5) 1355–1359
- Beyond the G-spot: clitourethrovaginal complex anatomy in female orgasm
EA Jannini et al (2014) Nat Rev Urol. 11(9):531-8

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