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I ricercatori dell'università di Liverpool si sono chiesti quanto siano efficaci i controlli aeroportuali per controllare la diffusione dell'epidemia di Ebola. Una preoccupazione ancora maggiore dato che si prevede un picco di diffusione in gennaio che potrebbe avere un ulteriore impulso a causa dei massicci movimenti natalizi.
I ricercatori dell'università di Liverpool si sono chiesti quanto siano efficaci i controlli aeroportuali per controllare la diffusione dell'epidemia di Ebola. Una preoccupazione ancora maggiore dato che si prevede un picco di diffusione in gennaio che potrebbe avere un ulteriore impulso a causa dei massicci movimenti natalizi.
Chiaramente l'indagine si è centrata su UK e USA e non sui paesi colabrodo come quelli mediterranei, dove l'Italia spicca per pressapochismo (la vicenda delle diverse decine di algerini scomparsi a Fiumicino - uno degli aeroporti più monitorati in Italia - prima del controllo ai varchi è sparita dal radar delle notizie ... per ovvi motivi (l'ultima notizia a riguardo qui).
Quanto è emerso dalla simulazione al computer è, come si suol dire, buono a metà: lo screening in atto risulta efficace nell'identificare e isolare i soggetti con sintomatologia sospetta ma è un arma spuntata per quelli asintomatici a causa del lungo periodo di incubazione (fino a 21 giorni mentre per l'influenza bastano 2-3 giorni). Questo ha una conseguenza immediata, cioè che alcuni malati riusciranno a passare e fungeranno da inneschi, anche solo verso il proprio nucleo famigliare, dell'epidemia.
Per dettagli e proiezioni vedere sezione specifica su healthmap.org (figura da ®economist.com del 26/11/14) |
Questo in estrema sintesi il sunto dell'articolo pubblicato su Lancet, in cui viene descritto il modello matematico usato per testare la probabilità di entrata (in USA o UK) di viaggiatori infetti provenienti dall'Africa occidentale.
Per un grafico sul traffico aereo da e per i paesi epicentro (e il numero di viaggiatori medi) guardate il precedente articolo sull'argomento ---> qui.
Il team ha esaminato il tasso di crescita attuale dell'epidemia in Africa occidentale, lo ha associato alle rotte aeree che interessano le zone critiche e infine ha valutato la possibilità che persone (inconsapevoli di essersi infettate ma ad alto rischio) possano decidere di prendere uno di questi voli.
Il numero che emerge è 29, cioè il numero di persone infette che lasceranno l'Africa occidentale in aereo entro la fine dell'anno; di queste, 10 sono quelle che riusciranno a passare il filtro aeroportuale nel paese di partenza in quanto asintomatiche. Dei restanti 19 si stima che 1-2 saranno dirette in UK e fino a 3 negli USA; in entrambi i casi si stima che uno solo, al massimo, mostrerà i sintomi della malattia all'arrivo e potrà quindi essere fermato. Gli altri arriveranno sul territorio e, come avvenuto nel caso di Duncan o del medico rientrato a New York dopo la missione in Africa, entreranno inevitabilmente in contatto con altre persone.
Il numero che risulta è un numero tutto sommato gestibile dai paesi avanzati per l'attivazione delle procedure di identificazione e messa in isolamento dei soggetti entrati in contatto con l'infetto nelle 24 ore precedenti la comparsa dei sintomi (sebbene il rischio sia molto basso fino alla loro comparsa questo è un ragionevole intervallo di sicurezza).
La "sostenibilità" dell'emergenza non toglie che sia meglio incentrare gli sforzi affinché questa sostenibilità non sia messa alla prova. Come afferma uno degli autori, l'epidemiologo Tom Solomon "il modo più efficace per limitare la diffusione globale di Ebola è quello di controllare la malattia alla fonte, in Africa occidentale, dato che i filtri negli aeroporti di destinazione non sono perfetti".
Due sono i modi per controbilanciare la fallacità intrinseca dei controlli aeroportuali: intervenire massicciamente sul posto per implementare le procedure di sicurezza e limitare i voli da e per le zone a rischio ai soli voli militari e ufficiali.
La procedura è stata già attivata dai paesi confinanti i tre ora epicentro dell'epidemia ed ha finora impedito la diffusione a stati ad alta densità umana come la Nigeria.
Fonte
- Study predicts likely Ebola cases entering UK and US through airport screening
University of Liverpool, news
- Effectiveness of screening for Ebola at airports.
Jonathan M Read et al, The Lancet, Early Online Publication, 13 November 2014
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