(Almeno) 10 mila passi al giorno è il traguardo ben noto a cui tanti di noi si focalizzano per mantenere il fisico in condizioni (cardiovascolari) ottimali anche senza andare in palestra.
Con l'età quello che sembra essere una soglia facilmente raggiungibile diventa più complicata da raggiungere specialmente se si soffre di altri problemi con il risultato di scoraggiare chi più ne avrebbe bisogno dal fare un minimo di attività fisica soprattutto pensando al vecchio motto mens sana in corpore sano.
Un nuovo studio dimostra che anche un ridotto (ma costante) numero di passi al giorno è utile per posticipare la comparsa dei sintomi della demenza anche quando nel cervello sono già evidenti tracce molecolari della malattia.
Nello specifico fare anche solo 3000 passi al giorno sembra ritardare di circa 3 anni il declino mentale nelle persone il cui cervello ha iniziato a mostrare segni molecolari del morbo di Alzheimer, ma che non hanno ancora manifestato alcun sintomo cognitivo, rispetto a coloro che rimangono sedentari.
Aumentando la soglia a 7500 passi al giorno il declino mentale (in media) è posticipato di 7 anni.
Soglie maggiori sembrano invece non fornire rilevanti benefici aggiuntivi.
Dato che non stupisce visto che il primo effetto di mantenersi attivi è un diminuito rischio di malattie cardiovascolari rispetto a chi si muove il minimo indispensabile come passeggiate di pochi minuti. Se proprio non è possibile fare tanti passi al giorno è almeno importante che questi siano raggruppati in passeggiate lunghe.
Fonte
- Physical activity as a modifiable risk factor in preclinical Alzheimer’s disease.
Nature Medicine (2025)
- The multifaceted benefits of walking for healthy aging: from Blue Zones to molecular mechanisms
Geroscience (2023)
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