Il virus gigante che infetta un nostro patogeno nostro nemico mortale
Su queste pagine ho già scritto di virus giganti (––> Dal permafrost un virus vecchio 30 mila anni) e di batteri giganti (––> "microbi giganti che non potrebbero esistere"). Torno sull'argomento per riportare la scoperta nelle acque di scarico austriache di un nuovo virus gigante che ha la peculiare (ed apprezzabile) caratteristica di infettare e distruggere microbi patogeni come le amebe.
Le amebiasi rappresentano un serio problema terapeutico a causa del limitato numero di farmaci disponibili, difficili da sviluppare per la semplice ragione che le amebe non sono batteri ma eucarioti. Le molecole candidate devono quindi evitare ogni possibile azione sulle nostre cellule (problema che non si pone con gli antibiotici data la grande differenza nel macchinario cellulare tra eucarioti e procarioti)
L'organismo unicellulare Naegleria fowleri, nota anche come ameba mangia-cervello, è uno dei parassiti umani più temibili. In un recente studio pubblicato su Nature Communications, i ricercatori dell'Università di Vienna hanno scoperto nelle acque reflue un virus (Naegleriavirus) che infetta in modo selettivo questo microbo. Il virus appartiene ad una classe di virus giganti (scientificamente noti come Nucleocytoviricota) e dal genoma complesso che hanno in comune la loro predilezione per alcuni protisti. Questi virus rivaleggiano in dimensioni con i batteri, vantando strutture uniche e tratti genetici precedentemente ritenuti esclusivi della vita cellulare.
Illustrazione del Naegleriavirus. In primo piano la struttura a forma di stella (stargate) da cui fuoriesce il DNA virale quando viene iniettato nella ameba Credit: S. Pommer |
Le Naegleria sono amebe unicellulari, presenti nei bacini idrici di tutto il mondo. La Naegleria fowleri prospera in acque calde superiori a 30°C ed è causa di meningoencefalite amebica primaria, un'infezione cerebrale rara ma dal decorso invariabilmente fatale.
I Naegleriavirus isolati da un impianto di trattamento delle acque reflue sono membri del gruppo chiamato Klosneuviruses, che conta solo altri 3 membri.
L'ameba si infetta quando scambia il virus come fonte di cibo e lo ingloba.
Una volta dentro, il virus prende il controllo della cellula attivando il suo processo di replicazione (e bloccando il suicidio della cellula) che dopo poche ore porterà al rilascio di un centinaio di particelle virali e alla morte per lisi della cellula.
L'interesse (a parte quello intrinseco della biologia di questi virus) della scoperta è il loro potenziale utilizzo per bonificare le acque reflue senza rischio (ed inquinamento) alcuno per altri organismi. Nonostante le potenzialità dei virus come "antibiotici viventi" (ne ho scritto ––> "I batteriofagi contro i superbatteri") non è invece ipotizzabile un loro utilizzo terapeutico nelle amebiasi cerebrali.
Fonte
- A giant virus infecting the amoeboflagellate Naegleria
P. Arthofer et al, (2024) Nature Communications
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