Lo sbarco di Ebola in Europa? I problemi sanitari sono altri, molto più reali e causati da una totale mancanza di capacità preventiva.
Non
è mai piacevole dire "era ovvio prevederlo". Prima di tutto perché si
parla di vite umane e poi perché non serve a nulla. Quello che conta è
che lo stato italiano in primis e l'Europa a seguire hanno totalmente
mancato di attuare politiche preventive minimamente sensate. Di sicuro
molti dei responsabili sanitari avevano per tempo lanciato l'allarme ma la classe politica è
stata incapace di tradurre concretamente il messaggio in atti
preventivi. Vuoi per la burocrazia, vuoi per la complessità decisionale e
vuoi per il ben noto agire dei politici, il cui orizzonte temporale è
limitato agli eventi associati alle successive elezioni.
Aggiungiamo una buona spolverata di politicamente corretto che imporrebbe, anche qualora fosse identificato un caso di peste bubbonica in una piazza di Milano, di definire il portatore come "diversamente non infetto" suggerendogli "per cortesia e, a suo comodo, di farsi ricoverare nel più vicino centro di malattie infettive".
Aggiungiamo una buona spolverata di politicamente corretto che imporrebbe, anche qualora fosse identificato un caso di peste bubbonica in una piazza di Milano, di definire il portatore come "diversamente non infetto" suggerendogli "per cortesia e, a suo comodo, di farsi ricoverare nel più vicino centro di malattie infettive".
Nota. E' di questi giorni l'assurda decisione di rimpatriare il corpo del missionario spagnolo deceduto a causa del virus Ebola che ha imposto un trasporto in Europa in una bara sigillata e con misure per gli operatori in stile protezione BL4 (massimo contenimento). PERCHE?!?!?! Un pietismo assolutamente fuori luogo che espone ad un rischio reale anche se minimo. Un incidente può sempre capitare e se avvenisse farebbe fare al virus un salto di diverse migliaia di km attraverso barriere naturali altrimenti insuperabili a causa della dinamica infettiva del virus. Le linee guida impongono qualora il virus debba essere trasportato (ad esempio per caratterizzarlo in laboratori attrezzati) che si provveda al trasporto di un campione e non di una intera salma. Il buon senso avrebbe imposto una immediata distruzione del corpo in loco. Questo è un esempio di un atto inutile che aumenta de facto un rischio altrimenti minimo.
Nota al 23/8. Il caso della italiana in arrivo dalla Nigeria e bloccata in Turchia a causa di sintomi "sospetti" è un esempio di quello che vuol dire una inefficace misura di contenimento. I controlli devono essere tali da impedire anche solo la possibilità di imbarco a casi sospetti e deve essere fortemente rafforzata per ogni volo proveniente dalle aree a rischio. Anche a costo di cancellare alcune rotte per il periodo di rischio. Se la diagnosi verrà confermata il rischio concreto è quello di avere moltiplicato per un fattore tra 2 e 300 (passeggeri ed equipaggio) il fattore di rischio. Cosa ancora più pericolosa se ad essi sia stato consentito di allontanarsi dall'area degli arrivi fino ad una più approfondita visita medica.
Non sto sovradimensionando i rischi legati alle malattie da importanzione. I motivi sono più che fondati e condivisi da larga parte della comunità scientifica. Non a caso ho denunciato più volte da queste
pagine la follia totalmente ascientifica che
sta prendendo piede in occidente della fuga dai vaccini; un fenomeno non irrilevante dato che trova terreno fertile nelle persone più
sensibili alle pseudo-informazioni che dilagano sul web. Un conto è
infatti riportare avvistamenti di Elvis nel proprio bar o dire che la
missione Apollo non è mai esistita (in questi casi basta un buon
psichiatra) un altro è dire non solo che i vaccini non servono ma che per di più sono la
vera di causa di altre malattie.
Tornando al tema centrale di questo articolo, diversi sono i fattori che, in modo sinergico, sono diventati dei fattori di rischio mediaticamente meno interessanti dell'epidemia di Ebola ma molto molto più pericolosi. Vediamoli:
Tornando al tema centrale di questo articolo, diversi sono i fattori che, in modo sinergico, sono diventati dei fattori di rischio mediaticamente meno interessanti dell'epidemia di Ebola ma molto molto più pericolosi. Vediamoli:
- la diminuita vaccinazione aumenta di fatto il numero di persone sensibili a malattie assolutamente prevenibili;
- tra queste il morbillo gioca un ruolo centrale dato che il virus è fortemente immunodepressivo. Di conseguenza ammalarsi di morbillo espone in automatico ad altri agenti microbici, i veri responsabili delle complicanze del morbillo. Come ben sapevano i nostri nonni e chi vive in paesi privi di presidi sanitari.
- la vaccinazione permette di tutelare mediante la cosiddetta herd immunity anche coloro che per motivi di salute non possono essere vaccinati. L'epidemiologia ci insegna che ogni agente infettivo per diffondersi necessita di un bacino minimo di soggetti sensibili. La percentuale di copertura necessaria varia a seconda dell'agente in base alla infettività, al tasso di mutazione e alla esistenza di un serbatoio naturale del microbo, al di fuori dell'essere umano.
- ho scritto più volte del problema della resistenza agli antibiotici (qui e tag antibiotici a destra). Un fenomeno, causato da un utilizzo non controllato degli stessi negli ultimi 50 anni. La costante diminuzione degli antibiotici utilizzabili riduce, de facto, le armi a disposizione per contrastare quelle che fino al secondo dopoguerra erano infezioni mortali o fortemente disabilitanti. Infezioni assolutamente comuni per chiunque. Per dirla in modo chiaro, in assenza di antibiotici anche una operazione chirurgica estremamente banale come la cura di un ascesso diventa una roulette russa.
- sommiamo a tutto questo il fatto che i microbi non hanno bisogno del passaporto per migrare ed otteniamo qualcosa di già visto con la SARS. Una pandemia influenzale controllata a fatica e solo grazie al fatto che il virus non ha l'essere umano come bersaglio fisiologico. Senza rimandare a testi troppo tecnici date un occhio al resoconto di come la SARS riuscì in brevissimo tempo a diffondersi grazie ad un unico portatore, prima in un residence di Hong Kong e poi su un volo per Singapore insieme ad un assistente di volo (qui). Per un resoconto più specifico qui o la ricostruzione dell'OMS.
- ora abbiamo un nuovo fattore di rischio che si innesta direttamente sui precedenti; il ritorno di malattie da tempo scomparse dal panorama europeo grazie a vaccini (ad esempio la poliomenite) o grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie e alla disponibilità di antibiotici (tubercolosi). Un "ritorno" che ha preso in contropiede alcuni paesi europei (balcanici) dove la vigilanza stava scemando e il tasso di vaccinazione anti-polio e anti-tbc era in netto calo. In aggiunta a questo la comparsa di ceppi multiresistenti agli antibiotici (alcuni ceppi di Mycobacterium tubercolosis sono resistenti a 7 antibiotici diversi) rende inutili gli inteventi terapeutici imponendo come un unica via la ospedalizzazione forzata per lungo tempo (come nei vecchi sanatori) dei malati. Il fatto che sia poi politicamente scorretto anche solo pensare che una persona di provenienza extra-europea sia, per ragioni endemiche, più a rischio di essere portare un dato microbo da noi scomparso, sta facendo il resto.
Questo ci
dice anche che il problema di Ebola è tutto sommato trascurabile (da un punto di vista del rischio della salute pubblica europea NON della malattia in se) anche
se deve essere attentamente monitorato seguendo nel dettaglio le rotte di diffusione.
Immagine in HD qui |
Per tre ragioni chiave:
- incubazione e decorso rapidi;
- non si conoscono portatori sani;
- i malati sono facilmente identificabili.
Nota. Ci sarebbe molto da scrivere riguardo il rapporto virus-ospite. Semplifichiamo il tutto ricordando che il virus è letale o in grado di causare danni rilevanti e in breve solo quando infetta un ospite "evolutivamente nuovo", quindi per lui non congeniale. Il virus più efficiente (quindi quello selezionato) è quello che non uccide il suo ospite e che può quindi diventare una ottima fabbrica di virus. Il virus dell'Herpes è un esempio di virus perfettamente adattatosi all'essere umano mentre il virus dell'HIV lo è molto meno essendo solo recentemente (si stima che questo sia avvenuto nella prima metà del secolo scorso) mutato dal ceppo originario che infetta la scimmia, dove infatti causa per quanto detto sopra una malattia trascurabile. Il virus di Ebola ha come ospite naturale alcuni pipistrelli della frutta della famiglia Pteropodidae.
Chiaro che in un mondo globalizzato un pericolo prima assolutamente trascurabile viene ingigantito dalla possibilità che un infetto proveniente dalle zone a rischio prenda un aereo prima che compaiano i sintomi della malattia.
Quindi quando i telegiornali mostrano le procedure di controllo dei migranti per il terrore Ebola in realtà si sta vendendo una notizia prima di fondamento. Se ci fosse anche un solo malato non solo questo si sarebbe "rivelato" durante la traversata ma il luogo di partenza (in genere le coste intorno ad Alessandria d'Egitto) dovrebbe essere in piena epidemia.
Il vero problema è quindi NON l'azione di screening venduta dalla TV ma l'assenza di screening per quelle malattie croniche, infettive e non chiaramente visibili con un esame superficiale come appunto polio, tubercolosi etc.
Proprio perché il problema non è facilmente affrontabile, essendo la sommatoria di problemi cronicizzati nel tempo, è necessario che l'approccio sia ben pianificato.
Negli aeroporti ai tempi del rischio pandemia SARS erano stati attivati dei controlli della temperatura corporea di ciascun passeggero rilevata attraverso appositi scanner posti nei varchi di attraversamento delle aree partenze/arrivi. Grazie a questi strumenti fu possibile identificare, e mettere in quarantena, i soggetti febbricitanti evitando il contagio a catena, molto facile negli spazi angusti di un aeroplano. Controlli di sicuro non economici ma utili nel monitorare i passeggeri di voli da aree a rischio.
Sarebbe utile implementare controlli similari anche a coloro che, per ragioni forzate, hanno dovuto intrapprendere un duro percorso migratorio che li ha, inevitabilmente esposti, a patogeni di varia natura (a causa di condizioni igieniche, sovraffollamento, assenza di vaccinazioni e di presidi sanitari).
Prevenire è di sicuro più costoso che infilare la testa sotto la sabbia ma è l'unica cosa sensata per la tutela della salute pubblica. Lo svantaggio è che la notizia di Ebola si vende molto meglio.
Per il pericolo polio e tubercolosi vi rimando all'articolo che avevo scritto lo scorso novembre (Polio e TBC: quando il passato minaccia di ritornare) e ai link in esso contenuti. Può essere anche utile la lettura dell'articolo pubblicato nell'area news della Washington University, dal titolo"Health Digest: Ebola outbreak, HIV persistence, kids’ sleep routines".
(articolo successivo sul tema Ebola ---> QUI)
Negli aeroporti ai tempi del rischio pandemia SARS erano stati attivati dei controlli della temperatura corporea di ciascun passeggero rilevata attraverso appositi scanner posti nei varchi di attraversamento delle aree partenze/arrivi. Grazie a questi strumenti fu possibile identificare, e mettere in quarantena, i soggetti febbricitanti evitando il contagio a catena, molto facile negli spazi angusti di un aeroplano. Controlli di sicuro non economici ma utili nel monitorare i passeggeri di voli da aree a rischio.
Sarebbe utile implementare controlli similari anche a coloro che, per ragioni forzate, hanno dovuto intrapprendere un duro percorso migratorio che li ha, inevitabilmente esposti, a patogeni di varia natura (a causa di condizioni igieniche, sovraffollamento, assenza di vaccinazioni e di presidi sanitari).
Prevenire è di sicuro più costoso che infilare la testa sotto la sabbia ma è l'unica cosa sensata per la tutela della salute pubblica. Lo svantaggio è che la notizia di Ebola si vende molto meglio.
Nota. Su Ebola vi consiglio di accedere direttamente a fonti validate e non ai media generalisti. Tra tutti quello del World Health Organization (qui).
Per chi è più addentro alle tematiche e non ha problemi con l'inglese parlato, non posso che consigliare l'ascolto di "this week in virology", un podcast settimanale tenuto da un mi "vecchio" professore di virologia alla Columbia University (NYcity) --> mp3 (saltate direttamente al minuto 15. Un articolo sulle stesse tematiche è disponibile qui.
Per il pericolo polio e tubercolosi vi rimando all'articolo che avevo scritto lo scorso novembre (Polio e TBC: quando il passato minaccia di ritornare) e ai link in esso contenuti. Può essere anche utile la lettura dell'articolo pubblicato nell'area news della Washington University, dal titolo"Health Digest: Ebola outbreak, HIV persistence, kids’ sleep routines".
(articolo successivo sul tema Ebola ---> QUI)
Nessun commento:
Posta un commento