Una molecola derivata da un batterio si è rivelata talmente efficace nel proteggere le piante da altri microbi da aver guadagnato sul campo il nome dell'attore che impersona l'infallibile killer John Wick.
Il buffo nome dato a questa molecola (keanumycins) mi ricorda in qualche modo la Tafazzina, una proteina battezzata in tal modo da ricercatori italiani dati i molteplici problemi incontrati durante la sua sua caratterizzazione.
I batteri in cui è stato scoperto il potente (e naturale) antimicrobico appartengono al genere Pseudomonas. Una classe di molecole utile contro microbi diversi come batteri e funghi. La scoperta viene da una ricerca finalizzata a cercare un'arma contro Botrytis cinerea, un fungo anche noto come muffa grigia che causa ingenti perdite di raccolto.
Muffa dell'uva causata da Botrytis cinerea |
Curiosamente il rimedio si è trovato in un patogeno umano come il batterio Candida albicans.
Lo studio è stato pubblicato qualche settimana fa sul Journal of the American Chemical Society.
La scelta di Pseudomonas come oggetto di studio non è stato causale. I ricercatori tedeschi autori dello studio avevano una consolidata esperienza con questi batteri e sapevano che molti di questi membri erano tossici per le amebe, il principale predatore dei batteri.
Per identificare i geni coinvolti nella biosintesi delle tossine i ricercatori hanno analizzato nel dettaglio il genoma batterico riuscendo infine a ricostruire la via biosintetica che permette la produzione di diverse classi di keanumicine, lipopeptidi non ribosomiali note come A, B e C, il cui bersaglio è la membrana cellulare (lipidica) del "nemico" che viene danneggiata come se ad agire fosse un detergente.
I ricercatori ipotizzarono che le keanumycini potessero funzionare come armi anche contro altri predatori oltre le amebe, cioè i funghi (ricordo che le amebe sono protisti, oggi raggruppate nel clade Amoebozoa), in quanto, pur appartenendo a regni diversi presentano alcuni punti di somiglianza. Da qui il test confermato anche da altri gruppi di ricerca con si è vista l'efficacia terapeutica di queste molecole nell'eliminare la muffa grigia dalle foglie di ortensia.
Nello specifico si è usato il liquido di coltura in cui è stata fatta crescere Pseudomonas, privata delle cellule, e cosparsa sulle foglie della pianta.
La keanumicina è biodegradabile, quindi non dovrebbero formarsi residui permanenti nel terreno, prevenendo così qualsiasi fuori bersaglio (altri funghi non patogeni).
Studi precedentemente condotti su queste tossine naturali di Pseudomonas avevano già chiarito che è innocua sia per le cellule vegetali che animali (e in particolare quelle umane), ragion per cui le keanumicine potrebbero trovare impiego come pesticidi ecologici al posto di quelli sintetici e magari, dopo adeguate sperimentazioni, essere usate anche in ambito terapeutico contro le infezioni umane da funghi i cui trattamenti disponibili, al netto della presenza di resistenza, hanno una finestra terapeutica ridotta.
Fonte
- Ecological Niche-Inspired Genome Mining Leads to the Discovery of Crop-Protecting Nonribosomal Lipopeptides Featuring a Transient Amino Acid Building Block
Sebastian Götze et al, Journal of the American Chemical Society (2023)
- Bacterial defence repurposed to fight blight
Nature (2023)
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