Ho già affrontato in passato il tema dei pianeti-oceano (waterworld) in quanto pianeti di indubbia fascinazione data la loro specificità. E' bene ricordare che con il termine "pianeta-oceano" non si deve intendere un pianeta i cui continenti siano stati ricoperti dalle acque a seguito di qualche cambiamento climatico (come è il caso per il pianeta Terra nell'iconico film Waterworld) ma di un pianeta in cui sono presenti solo oceani profondissimi.
Immaginate di raccogliere tutta l'acqua sulla Terra e rapportatela al pianeta. La goccia più piccola rappresenta l'acqua dolce. (Credit: H. Perlman & J. Cook) |
Vi rimando all'articolo precedente per una trattazione più completa --> "Superterre e pianeti oceano"
Torno sul tema in occasione della pubblicazione di un articolo sulla rivista "Astronomy and Astrophysics Letters" in cui si riportano i calcoli che indicano nelle nane rosse le stelle attorno alle quali è più probabile trovare questi pianeti. Dato che le nane rosse sono il tipo più comune di stelle nell'universo va da sé che i waterworld sono destinati a diventare più una realtà che una curiosità estemporanea mano a mano che il processo di identificazione e catalogazione degli esopianeti si arricchirà di nuovi pianeti (3472 gli esopianeti ad oggi confermati --> qui per i dati aggiornati).
Le nane rosse sono anche le stelle "preferite" come oggetti di studio per gli astronomi che si dedicano alla ricerca di esopianeti in quanto di lunga "vita" oltreché stabili, ideali quindi per massimizzare le probabilità che su uno dei pianeti orbitanti possa comparire la vita. I pianeti-oceano sono in realtà una incognita per il loro potenziale biologico; verosimilmente dotati di una atmosfera estremamente turbolenta mancherebbero anche delle condizioni base per la comparsa della vita (come le sorgenti idrotermali sul fondo di mari non troppo profondi).
Il lavoro è stato condotto all'università di Berna da Yann Alibert e Willy Benz, mediante simulazioni al computer sul tipo di pianeti compatibili con le specificità di queste stelle. I risultati indicano tra l'altro che che il raggio dei pianeti sarebbe tra 0,5-1,5 volte quella della Terra, con una distribuzione di frequenza normale; in altre parole i pianeti più frequenti avrebbero le dimensioni della Terra. Tuttavia più del 90% dei pianeti ricavati dalla simulazione sarebbero costituiti da almeno il 10% in massa di acqua, catalogabili a tutti gli effetti come pianeti-oceano.
Fonte
- Formation and composition of planets around very low mass stars
Y. Alibert and W. Benz, Astronomy and Astrophysics Letters 598(2017)
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