In in recente articolo gli scienziati dell'Australian National University presso il Planetary Science Institute hanno affrontato le tematiche riguardanti le possibilità di vita su Marte mediante studi comparativi con le forme di vita base presenti sulla Terra.
Punto centrale dello studio è la presenza di acqua nel sottosuolo marziano. Una idea oramai ampiamente condivisa.
la famosa foto della NASA che aveva fatto pensare alla presenza di acqua su Marte (®NASA) |
Secondo questo studio ampie regioni sottostanti la superficie potrebbero non solo contenere acqua ma presentare condizioni di temperatura (pressione, chimica, ... ) adeguate per sostenere la vita di microbi terrestri e quindi, si estrapola, anche marziani.
Questa affermazione non deve stupire. Gli organismi unicellulari terrestri (sia procarioti che eucarioti) sono stati osservati in condizioni estreme. Condizioni che comprendono ambienti quali fosse oceaniche, zone strettamente anaerobe e/o prossime a sorgenti vulcaniche (geyser, sorgenti calde, fumarole e vulcani di fango), ad alta salinità, ... .
Secondo Charley Lineweaver, l'autore del lavoro, si è "scoperto che circa il tre per cento del volume di Marte ha il potenziale per essere abitato da forme di vita di tipo terrestre ... . Al contrario il volume abitabile della Terra è pari a circa l'uno per cento del volume". "La nostra conclusione è che il modo migliore per trovare l'acqua - o meglio ancora microbi - su Marte è quello di scavare".
Secondo Charley Lineweaver, l'autore del lavoro, si è "scoperto che circa il tre per cento del volume di Marte ha il potenziale per essere abitato da forme di vita di tipo terrestre ... . Al contrario il volume abitabile della Terra è pari a circa l'uno per cento del volume". "La nostra conclusione è che il modo migliore per trovare l'acqua - o meglio ancora microbi - su Marte è quello di scavare".
Purtroppo, aggiungiamo noi, la nuova sonda della NASA, Curiosity, il cui atterraggio su Marte è previsto per Agosto 2013, avrà solo una limitatissima capacità di analisi del sottosuolo (vedi anche qui). In pratica qualcosa paragonabile ad un graffietto, avendo una capacità di perforazione massima di 20 cm.
Una considerazione importante da fare è che stiamo parlando di esobiologia simil-terrestre. Nulla vieta da un punto di vista teorico che, se presenti, le forme di vita seppure ragionevolmente solo di tipo microbico e/o fossili, abbiano seguito percorsi evolutivi diversi da quelli a noi noti. Una evoluzione, quella terrestre, che per quanto variegata ha il denominatore comune della chimica del carbonio e della cellula come unità fondamentale (anche i virus ne necessitano per riprodursi mentre i prioni sono da diversi anni stati retrocessi a proteine "anomale").
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