Non ho mai amato la sauna in nessuna delle sue declinazioni, forse perché già mi basta l'afosa estate padana. Tuttavia se già i romani ne facevano ampio uso insieme alle terme, considerate il vero segno distintivo rispetto ai barbari, abitudine poi mutuata sia dagli ottomani che dai finlandesi (qui associata al successivo bagno gelato), è innegabile ipotizzare benefici che vanno oltre la componente igienica.
La scienza ha investigato negli anni i pro e i contro di tale pratica identificando nelle patologie vascolari (anche solo la presenza di varici venose nelle gambe) quei casi in cui la sauna è sconsigliata. Per il resto, se fatta in modo corretto, sembra confermata l'azione tonica cardiovascolare.
Sauna finlandese (credit:CC BY-SA 3.0/wikipedia) |
Uno studio recente aggiunge un tassello importante, con la osservazione che la sauna riduce del 61 % il rischio cumulativo di ictus nelle persone che ne fanno un uso almeno quotidiano. La ricerca, condotta in Finlandia da una equipe anglo-finnica, è consistita in un follow-up durato 15 anni di coloro che facevano una sauna tra le quattro e le sette volte a settimana, confrontate con chi la faceva una volta a settimana.
Si tratta del primo studio su larga scala su questo argomento e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurology.
Il tema è particolarmente importante se si considera che l'ictus è una delle principali cause di disabilità nei paesi sviluppati, che innesca importanti ricadute economiche ed umane sulla società (dall'assistenza sanitaria all'impatto sulla famiglia, passando per mancata produttività e costi vari).
Lo ricerca è avvenuta nell'ambito del Kuopio Ischemic Heart Disease Risk Factor (KIHD), uno studio prospettico centrato sulla popolazione finlandese. Nello specifico, i ricercatori hanno estratto i dati di 1628 individui (uomini e donne) di età compresa i 53 e i 74 anni che vivono nella parte orientale della Finlandia, associando la loro frequenza di utilizzo della sauna (la versione finlandese con umidità relativa intorno al 10-20%) con il loro stato di salute nel corso degli anni. Quello che è emerso è che maggiore era la frequenza della sauna, minore era il rischio di ictus. Le persone sono stati suddivise in tre gruppi in base alla frequenza: una volta; due-tre volte e tra quattro e sette volte a settimana.
Rispetto a quelli del primo gruppo, i soggetti del secondo e terzo gruppo hanno un rischio di ictus inferiore del 14% e del 61%, rispettivamente. Tale associazione si mantiene anche dopo normalizzazione per fattori come età, sesso, indice di massa corporea, diabete, consumo di alcol, attività fisica e status socio-economico; un dato che indica l'esistenza di una azione protettiva della sauna, prevalente su altri fattori di rischio.
Non è il primo studio ad avere osservato un tale effetto. Sempre nell'ambito del KIHD si era osservato che la sauna riduceva significativamente sia il rischio di mortalità cardiovascolare che quello generale.
Secondo i ricercatori, i meccanismi alla base di tale effetto protettivo sono una somma di riduzione della pressione sanguigna (diminuita rigidità delle pareti arteriose), una stimolazione del sistema immunitario, un impatto positivo sul sistema nervoso autonomo e in generale una migliore funzionalità cardiovascolare.
Quasi, quasi comincio anch'io a frequentare le saune.
Fonte
- Sauna bathing reduces the risk of stroke in Finnish men and women: A prospective cohort study
SK Kunutsor et al, (02/05/2018) Neurology
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