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Individuato il meccanismo che provoca emicrania dopo la fase con aura

L'emicrania colpisce poco più del 10% della popolazione italiana con un impatto sociale ed economico rilevante legato sia alla perdita di produttività che al costo dei farmaci per una condizione che è, nella maggioranza dei casi, cronica.
emicrania
(immagine creata con IA)
Le manifestazioni della malattia sono varie sia come gravità che come tipologia dei sintomi quali aura, emiplegia, cefalea, confusione mentale, etc.
Il fenomeno noto come aura** riguarda circa un quarto di tutti i pazienti affetti da emicrania, ovvero disturbi visivi o sensoriali di carattere temporaneo e che precedono l'attacco di emicrania di 5-60 minuti.
Come per altre malattie i maggior progressi nella comprensione dei meccanismi causali vengono dalle forme familiari della malattia. Rispetto alla popolazione generale, i parenti di primo grado di pazienti emicranici hanno un rischio 1,9 volte più elevato di presentare emicrania senza aura; il rischio è 1,4 volte più elevato nei familiari di pazienti affetti da emicrania con aura.  I geni responsabili della predisposizione sono stati individuati solo in una particolare forma di emicrania (emicrania emiplegica familiare, con prevalenza 1 ogni 10000), caratterizzata da sintomi prolungati che in alcuni casi si associano a perdita di conoscenza e convulsioni. 
Sebbene sappiamo con una certa certezza perché i pazienti soffrano di aura, è sempre stato un mistero il motivo per cui sia seguito da mal di testa, quasi sempre unilaterale (ricordo che il cervello è privo di recettori coinvolti nella via del dolore).

Uno studio recente ha fatto luce sulle ragioni alla base sia della unilateralità della sintomatologia che sulle modalità dell'innesco della cefalea, la fase dolorosa della emicrania. Il lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, ha dimostrato nei topi che le proteine ​​rilasciate dal cervello durante l'emicrania con aura vengono trasportate dal liquido cerebrospinale ai corpi delle cellule nervose sensoriali alla base del cranio, il cosiddetto ganglio trigemino, causando così mal di testa. La ragione è che alla radice del ganglio trigemino, la barriera che altrove impedisce alle sostanze di entrare nei nervi periferici è permeabile.
Il sistema nervoso periferico è costituito da tutte le fibre nervose responsabili della comunicazione tra il sistema nervoso centrale, il cervello e il midollo spinale (e il corpo). Il sistema nervoso sensoriale, che fa parte del sistema nervoso periferico, è responsabile della consegna al cervello di informazioni come tatto, prurito e dolore.
Le ragioni della unilateralità sono da ricercare nel cablaggio nervoso e nel fatto che le sostanze che vengono rilasciate non diffondono in modo uniforme nel cervello.

Il dato del trasporto delle proteine "dolorifiche" mediato dal liquido cerebrospinale, ottenuto nei topi, ha trovato conferme anche negli umani grazie alle analisi effettuate mediante risonanza magnetica sul ganglio trigemino.
L'analisi del cocktail di sostanze presenti nel liquido cerebrospinale durante la fase dell'aura di un attacco di emicrania ha mostrato una variazione nella concentrazione di circa il 10% delle 1425 proteine ​​identificate. Di queste, 12 sono le proteine capaci di agire come attivatori dei nervi sensoriali; tutte queste proteine aumentavano di concentrazione durante la fase di aura.
Tra le proteine identificate cito il CGRP, proteina già associata all'emicrania e per questo  scelta come bersaglio di terapie mirate, basate sull'utilizzo di anticorpi monoclonali.



** Il meccanismo principale da cui scaturisce l’aura emicranica è la propagazione della depressione corticale (CSD) riassumibile come una specie di onda di attività elettrica che si propaga attraverso la corteccia cerebrale. La CSD inizia con una fase di intensa eccitazione neuronale, seguita da una prolungata depressione dell’attività elettrica. Durante questa fase di depressione, i neuroni rimangono in uno stato di “quiete”, che può durare diversi minuti. 
L'aura comparirebbe durante la fase di prolungata depolarizzazione a cui segue, quando l'onda raggiunge le fibre del trigemino, la fase di cefalea.

Rappresentazione del fenomeno della depressione corticali
(image: Chawla et al, 2018).


Le cause precise che scatenano la CSD non sono ancora completamente comprese, ma si ipotizza che possano essere coinvolti fattori sia nervosi che vascolari. Alterazioni a livello sottocorticale, come variazioni nel tono vascolare influenzate da neurotrasmettitori come la serotonina, potrebbero giocare un ruolo cruciale (Andrew C. Charles et al)



Fonte
- Trigeminal ganglion neurons are directly activated by influx of CSF solutes in a migraine model

***

Consigli di lettura sotto l'ombrellone
"Emicrania" di Oliver Sacks 





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